Tra gli alimenti preferiti dalla maggior parte delle persone, italiani e stranieri, vi è senza dubbio quella che viene considerata la regina della tavola: la mozzarella di bufala.

Si tratta di un prodotto tipico campano il cui gusto e sapore è unico nel suo genere e che viene prodotta a partire dal latte di bufala: la si può acquistare presso portali certificati come https://www.lamozzarellaexpress.it/, rivenditore di prodotti caseari a base di latte di bufala, ma anche salumi e formaggi campani che arrivano sempre freschi dal momento che effettuano spedizioni in tutta Italia entro 24/48 ore lavorative.

In molti però si chiedono come sia nato questo prodotto che porta anche il nome di oro bianco, ecco perché abbiamo deciso di risalire alle sue origini per capire come sia nato e giunto fino a noi questa deliziosa pietanza.

Le controversie sulle origini della mozzarella di bufala

Le origini di questo formaggio a pasta filata sono molto antiche, secondo alcuni antichi testi scritti, già nel 1300 era attestata la sua esistenza.

La storia narra che i monaci del monastero di San Lorenzo di Capua offrissero un tipico formaggio fresco ricavato direttamente dal latte di bufala ai pellegrini.

Ma a prescindere dai manoscritti ritrovati, c’è chi correla le origini di questo tipico prodotto caseario campano, con l’introduzione degli allevamenti di bufala in Italia.

C’è chi sostiene l’origine autoctona dell’animale e chi invece ritiene che questo animale sia stato introdotto nel nostro Bel Paese subito dopo l’invasione del popolo longobardo.

Altri, invece, sono dell’opinione che l’animale sia di origine indiana e che sia stato introdotto in Italia per mano degli Arabi, senza dimenticare la tesi di chi ipotizza che la presenza di questi animali sia avvenuta prima dei romani.

Insomma, da come si può intravedere, i pareri sulla provenienza di questo animale sono diverse, ad ogni modo, possiamo affermare che la presenza delle bufale in Italia è stata attestata nel periodo tra il 1100 e il 1200 soprattutto nel Sud Italia.

Iniziò proprio qui il successo dei formaggi prodotti dal latte di bufala, in particolar modo quello della mozzarella, anche se c’è da dire che inizialmente era considerato un sottoprodotto, questo perché non poteva essere conservato per periodi lunghi a differenza invece della provola o di quei latticini che subivano un processo di stagionatura diversa.

Solo con il trascorrere degli anni, si riscoprì il valore della mozzarella di bufala esaltandone le caratteristiche; da questo periodo in poi nascono i primi caseifici: inizialmente la mozzarella era prodotta nei luoghi dove avveniva la mungitura, ma nel Medioevo nacquero le bufalare, locali appositi dove realizzare questo formaggio.

Un successo sancito dai Borboni

Fu con i Borboni che si assistette all’ascesa della mozzarella di bufala: a partire dagli anni centrali del 700, il re Borbone, decise di collocare presso la Reggia di Carditello, un allevamento di bufale e il primo caseificio della storia che divenne poi anche il più grande.

Ciò diede il via ad una produzione regolamentata secondo alcuni standard che stabilivano che una mozzarella dovesse rimanere nel suo liquido per un intero giorno, mentre per la provola si parlava di due giorni.

Venne a delinearsi così quella che viene definita la geografia delle più importanti aree di produzione che comprendono:

  • Caserta,
  • basso Lazio,
  • Salerno,
  • Napoli,
  • Foggia.

Nacque così l’industrializzazione casearia.

Dall’antichità ad oggi: cosa è cambiato

Questo periodo di assoluta floridità fu seguito da uno negativo dovuto ad una riduzione drastica dei capi bufalini: dagli 8000 esemplari registrati all’inizio del 1800, si passò a soli 2.000 esemplari alla fine del secolo, e se ad inizio 900 i capi censiti erano quasi 20.000, a causa delle bonifiche dell’epoca fascista vennero ridotti del 50%.

Ma grazie alla passione e tenacia di alcuni allevatori ecco che dopo tanti sacrifici il bufalo mediterraneo venne riconosciuto come un esemplare appartenente ad una razza unica nel suo genere.

La mozzarella di bufala campana riacquistò così il suo primato tra i latticini freschi: il suo sapore, nonché gusto e consistenza sono apprezzate oramai in tutto il mondo.

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.