Sbadigliare è una azione che accomuna tutti gli esseri viventi, umani oppure animali. Ma perché si fa e cosa significa?

Che cos’è lo sbadiglio?

Tutte le persone e gli animali sbadigliano da quando nascono sino al loro ultimo giorno di vita. Lo sbadiglio è una inspirazione di ossigeno molto profonda che crea una bocca spalancata forzata e con chiusura degli occhi in automatico.

Sbadigliare è in se e per se uno degli atti della respirazione. Infatti quello che avviene è aspirare profondamente dell’aria che è presente attraverso la bocca e poi espirarla.

Se si pensa ad uno sbadiglio, la sua durata media è di circa 6 secondi con il viso che assume varie forme sino a quando non arriva una ossigenazione completa al cervello grazie all’aria che viene respirata. È un atto involontario spesso e volentieri contagioso.

Alcuni studi hanno evidenziato che questa azione avviene già all’interno del grembo materno. Di solito è abbinato alla noia oppure alla fame, ma potrebbe essere un campanello d’allarme nel momento in cui il fisico si sente molto stanco e debilitato: basterebbe anche solo un riposo di circa 10 minuti per arrivare nuovamente alla propria forma fisica.

Perché si sbadiglia?

Questa è una delle azioni più contagiose che ci siano, per tutti indistintamente. Una risposta incontrollata e praticamente automatica. Gli studi in merito a questa manifestazione mettono in evidenza che possa dipendere dal cervello in merito al recettore che arriva alla corteccia. Il voler imitare lo sbadiglio di un’altra persona diventa quindi automatico. L’impulso aumenta nel momento in cui si vuole altresì far finta di nulla e soffocare questa voglia.

Per quanto riguarda gli animali, il loro sbadiglio è legato prettamente alla fame. Ma sbadigliare fa molto bene alla pelle, infatti vengono messi in funzione molti muscoli del viso così come la pelle che viene sollecitata contrastando l’invecchiamento e l’insorgenza delle rughe.

Ma perché si sbadiglia? Dipende da chi lo fa e quando. I professionisti del settore prendono sempre come esempio il ghepardo che sbadiglia prima di attaccare una preda. La sua azione è immediata proprio per immagazzinare ossigeno e avere la forza per affrontare lo sforzo fisico e mentale che sta per compiere.

I babbuini invece sbadigliano per mostrare i canini ai nemici e impaurirli. E negli umani che cosa succede? Sonno e fame sono i primi sintomi di questa azione. Il muscolo tensore si contrae dal timpano dell’orecchio con accompagnamento di occhi chiusi e stiramento nella maggior parte delle volte: si assume anche un tipo di espressione buffa, non esteticamente carina ma del tutto involontaria.

Studi di settore hanno messo in evidenza che lo sbadiglio potrebbe essere legato ad una modalità di riconnessione di tutti i muscoli che sono intorpidi, così come le articolazioni che sono rimaste ferme per molto tempo.

Ci sono anche dei farmaci che sono atti allo sbadiglio soprattutto quelli che provocano sonnolenza come antistaminici – ansiolitici – antidepressivi. Ma attenzione se lo sbadiglio diventa molto intenso e continuativo, proprio perché è il corpo che segnala uno stile di vita sedentario e non corretto.

Come fare per non sbadigliare in situazioni professionali? Per evitare di farlo a scuola o durante una importante riunione, non pensarci e respirare profondamente così da evitare di aprire la bocca e far credere a tutti di essere annoiati.

Se però il fisico si muove, l’energia non manca ma soprattutto si toglie quel senso di noia dalla giornata, allora la routine quotidiana può cambiare notevolmente e arrivare ad ossigenare il corpo in maniera differente.

Al mattino provare ad inspirare ed espirare, così da ossigenare il corpo al meglio e in maniera corretta. Appena ci si sveglia infatti la prima azione è quella i sbadigliare e stirarsi: cercare di anticipare il volere del corpo con altre azioni che possano ossigenare il cervello e dare adrenalina al proprio organismo.

 

 

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.