Secondo alcune recenti stime, sarebbero oltre due miliardi le mascherine inutilizzate che stanno deteriorandosi nelle scuole, perché i presidi non sanno come utilizzarle.
Dopo essere stati respinti sia dagli insegnanti che dagli scolari, questi dispositivi medici hanno contribuito a creare un notevole problema per il loro smaltimento.
L’unica soluzione potrebbe essere quella di regalarle a chi ne ha bisogno.
Ogni settimana, nelle aule delle scuole italiane, arrivano oltre 33 milioni di mascherine fornite dal Governo e finanziate dai contribuenti: si tratta di valori impressionanti, dato che la stragrande maggioranza rimane inutilizzata.
Il portale ScuolaZoo, che ha effettuato un’indagine statistica al riguardo, un’elevata quantità di tali dispositivi sanitari rimarrebbe nelle confezioni, senza neppure essere scartata.
Il problema delle mascherine scolastiche
Il problema delle mascherine scolastiche sembra riconducibile all’esecuzione di calcoli errati da parte delle autorità competenti, che hanno ordinato un quantitativo eccessivo di rifornimenti.
Si tratta di valori sfalsati che non sono stati corretti adeguatamente, perpetrando gli sprechi nelle scuole.
Sia docenti che alunni si sono rifiutati di indossare le mascherine in questione perché ritenute scomode e responsabili di difficoltà respiratorie.
Anche le misure, non corrette, ma troppo grandi, hanno contribuito a rendere inutilizzabili tali supporti che, tra l’altro, tendono a emanare cattivi odori.
Per tutti questi motivi, nessuno è intenzionato a servirsi delle mascherine, che quindi si accumulano negli ambienti scolastici, creando numerosi problemi di gestione logistica.
Infatti, prima di finire nel circuito dell’immondizia, esse devono rimanere per un certo tempo negli ambienti scolastici.
Come risolvere il problema delle mascherine scolastiche
Ogni scuola tende a organizzarsi in maniera autonoma per quanto riguarda il problema dello smaltimento delle mascherine, poiché la decisione spetta ai presidi dei singoli comprensori.
In alcuni istituti gli studenti portano da casa le mascherine, in altri sono gli uffici scolastici a sceglierle, in altri ancora esse vengono fornite dallo Stato.
Di conseguenza si viene a creare un caos sempre maggiore, con un effettivo incremento di spesa.
In questo scenario, fortunatamente, si sono rese disponibili alcune associazioni di volontariato in grado di destinare le mascherine scartate a famiglie indigenti, che spesso non possono permettersi di acquistarle.
In Lazio, ad esempio, è operativa l’Associazione Castelli Romani Food and Wine, che si occupa attivamente di queste problematiche.
Alternativamente è possibile anche sostituire le mascherine usa-e-getta con altre lavabili, che possono essere riutilizzate e che dunque non vengono eliminate dopo un’unica prestazione.
Oltre agli sprechi economici è infatti bisogna poi considerare il devastante impatto con il ciclo dei rifiuti, di notevole incidenza sull’ecosistema.
Prospettive
Le prospettive per risolvere questo problema sono al momento indirizzate verso il volontariato, che si impegna a devolvere le mascherine inutilizzate a chi non è nelle condizioni di procurarsele.
Tra queste associazioni, Riciclo Bimbi è impegnata nella distribuzione delle mascherine scolastiche ai più bisognosi, anche per garantire un basso impatto ambientale. Impatto, che l’aumento di mascherine purtroppo ha fatto incrementare in maniera esponenziale.
In questo modo è possibile ridurre gli sprechi, aiutare le fasce più indigenti di popolazione e contribuire ad eliminare ingenti quantitativi di mascherine, che si accumulano nelle scuole creando non pochi problemi di spazio. In molti casi, per la sicurezza dei più piccoli, è bene cambiare tutti i giorni le mascherine dei bambini.
Anche i provveditori agli studi sono coinvolti in questa problematica, destinata a proseguire nel tempo viste le condizioni della pandemia che continua a interessare i vari strati di popolazione.
Infatti, al momento, non si vede nessuna variazione della norma che obbliga i bambini e gli adolescenti a portare le mascherine mentre si trovano all’interno degli edifici scolastici durante le lezioni. Così da trovarsi in una situazione di sicurezza in ogni momento e ridurre al minimo la possibilità di venire a contatto con il virus.