Prima di addentrarsi in normative, obblighi e atti dovuti, parlando di rifiuti lo sguardo spazia su un ambito davvero impegnativo da sintetizzare in poche battute. Si tratta, infatti, di un settore strategico per la nostra società, perché qualsiasi produzione inevitabilmente porta con sé scarti da smaltire.

Il fir rifiuti, in questo contesto, è un documento fondamentale ma che, preso singolarmente, poco o nulla dice a chi non è costretto a compilarlo.

Uscendo dai tecnicismi, l’acronimo Fir altro non indica che il Formulario di identificazione dei rifiuti.

Che cos’è, innanzitutto questo formulario? Si tratta di un documento obbligatorio per coloro che trasportano rifiuti. Al suo interno, infatti, sono contenute tutte le indicazioni riguardo la tipologia del rifiuto trasportato, il suo produttore, chi lo sta trasportando e, infine, il recapito finale che chiude il cerchio.

La filosofia sottesa a quest’obbligo è chiara: garantire, in ogni momento, la tracciabilità dello scarto, senza che possa finire in pericolose zone d’ombra peraltro ben presenti nel nostro Paese, e non solo.

La cronaca giornalistica, in questo contesto, non manca di indicare tantissimi episodi di illegalità intimamente connessi all’ambito. Lavorare a che questi non accadano più è, in ultima analisi, lo scopo del legislatore. Per farlo, le autorità hanno pensato a un modo per seguire il percorso dal produttore allo smaltitore, obbligando gli attori coinvolti a prestare la massima attenzione.

Rifiuti e cronaca, un’abbinata da sfatare

Giornali, siti e tv, a più riprese, hanno dedicato in passato, ma anche nel presente, servizi dedicati al tema dei rifiuti. Da una parte, c’è tutto l’aspetto cultural-informativo connesso alle nuove occasioni che derivano dalla massima differenziazione. Dall’altra, inutile nascondere tutto il lavoro cronachistico e di denuncia che nella gestione di questo comparto tra linfa difficile da non alimentare. Ce n’è per ogni luogo d’Italia e per ogni tipologia di scarto. Uno spaccato evidentemente tanto fiorente da far scegliere a molti la via dell’illecito, con tutto il contorno di reati a condire in quadro difficile da considerare normale.

Smaltire i rifiuti costa tanto, molto. Le operazioni per ridurne l’impatto sull’ecosistema in cui viviamo obbligano a sopportare spese significative. A questo punto si insinua la tentazione in chi, per ridurre le spese, trova nelle lusinghe del malaffare un riferimento cui, a torto, guardare.

Tutelare l’ambiente, la missione principale del Fir

L’apparato amministrativo che regola lo Stato prevede che ci siano modalità codificate per gestire i rifiuti. Del fir rifiuti, in fondo, ne abbiamo già parlato. La sua funzione è chiara, così come la necessità di seguire le istruzioni e compilare nel giusto modo il pdf dedicato a queste dichiarazioni.

L’obbligo, come abbiamo detto, è in capo a enti o imprese che trasportano scarti.

Qualche eccezione, ovviamente, c’è. Si tratta, per esempio, delle aziende chiamate al servizio pubblico di raccolta e smaltimento. Lo stesso discorso vale per il privato cittadino che, produttore dei rifiuti, ne trasporta una modica quantità, oppure si dirige verso i centri di raccolta comunali.

Le motivazioni alla base di questo distinguo sono facilmente intuibili.

Tolte le categorie non coinvolte, però, il Fir è un formulario da tenere sempre con sé, con la consapevolezza che una sottovalutazione può costare davvero caro.

Ecologia e differenziazione, prima dello smaltimento

Se il tema della responsabilità ambientale è ben impresso nella testa dei più, lavorare a che il mondo consumi sempre meno e, dunque riduca i rifiuti, è un obiettivo di molti. La scienza è sempre al lavoro in quest’ambito e, a prescindere dallo scarto oggetto di studio, l’attenzione è alta sulla tematica.

Difficile pensare a un impatto zero dei processi produttivi. Complesso ragionarea una vera sostenibilità. Interessante, infine, guardare a un modello che abbia nella responsabilità il suo focus.

Il distinguo è sì di natura filosofica, ma ha anche un effetto pratico. Essere responsabili, in buona sostanza, significa tendere verso sistemi di produzione e smaltimento sempre più performanti, senza inseguire la chimera del tutto e subito.

Non una sterile enunciazione di principio, insomma, quanto piuttosto la certezza di lavorare al meglio delle possibilità, pur tuttavia non fasciandosi la testa qualora la pienezza del risultato non sia ancora del tutto raggiunta.

Il fir rifiuti rappresenta un tassello di questa riflessione, un aiuto per chi vuole operare al meglio, nel rispetto della natura che lo ospita.

 

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.