La salvaguardia dell’ambiente è uno dei temi chiave che le istituzioni affrontano ogni giorno: l’eccessiva quantità di rifiuti urbani e industriali che la società moderna produce è deleteria per l’ambiente e per l’essere umano stesso.
Nello specifico, il punto focale resta lo smaltimento rifiuti industriali che devono avvenire seguendo specifiche norme e protocolli particolari, da affidare a società esperte nella gestione dei rifiuti.
Per capire se un’impresa è certificata, un valido aiuto viene dal web, dove poter trovare portali dedicati come rpagroup.it, azienda con esperienza pluriennale nel campo della tutela dell’ambiente, che metterà in campo le soluzioni più innovative inerenti lo smaltimento rifiuti industriali.
Del resto, temi come quelli della difesa ambientale, non sono mai stati così importanti; la società così com’è non più permettersi di trascurare questo aspetto perché il futuro dell’umanità è adesso e le scelte attuali condizionano enormemente la qualità della vita delle generazioni future.
Ecco perché abbiamo ideato questo articolo allo scopo di fare chiarezza sul tema rifiuti, su quali sono le diverse tipologie esistenti, la definizione di rifiuto in base a quanto stabilito dalla normativa di legge e come smaltirli.
Rifiuti: cosa si intende
Con tutta probabilità, molte persone sanno cos’è un rifiuto, ossia tutto ciò che necessità di essere buttato via.
Tutti producono scarti in quantità più o meno grande, che devono essere smaltiti secondo quanto stabilisce la legge.
A tal proposito, la Convenzione di Basel del 1989 all’art. 2(1) ha affermato che “I rifiuti sono sostanze o oggetti che sono smaltiti o che sono destinati a essere smaltiti o devono essere smaltiti in base alle disposizioni della legislazione nazionale”.
In merito è intervenuta anche l’Unione Europea, che con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 inerente anche la gestione dei rifiuti europei, definisce i rifiuti come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”.
Smaltimento rifiuti industriali: i rifiuti speciali
Prima di parlare di rifiuti speciali, è bene specificare quali sono quelli urbani.
Il Ministero dell’Ambiente li ha classificati in solidi urbani in base alle loro caratteristiche di non pericolosità.
Quelli speciali, implicati con lo smaltimento rifiuti industriali, sono invece risultanti da:
- lavorazione industriale;
- da attività commerciali;
- dall’attività di recupero rifiuti e smaltimento, i fanghi prodotti da trattamenti delle acque e dalla depurazione acque reflue e da abbattimento di fumi;
- da attività sanitarie;
- macchinari e le apparecchiature deteriorate ed obsolete;
- veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.
A loro volta quelli pericolosi sono classificati in base alla loro classe di pericolo:
- Facilmente infiammabili,
- Cancerogeni,
- Teratogeni,
- Tossici,
- Esplosivi,
- Comburenti,
- Irritanti-nocivi,
- Infetti,
- Sorgenti di sostanze pericolose,
- Corrosivi,
- Mutageni,
- Che a contatto con l’acqua liberano gas tossici o molto tossici,
- Ecotossici.
Smaltimento dei rifiuti: come funziona
Nel nostro Paese lo smaltimento rifiuti industriali, ovvero quelli speciali, viene effettuato da aziende private che si occupano di recuperare la materia destinata poi al riciclo.
A partire dal 2016, circa il 65% dei materiali speciali prodotti viene riciclato; poi c’è lo smaltimento direttamente in discarica, l’incenerimento e l’avvio al recupero dell’energia.
Grazie alla raccolta differenziata, lo smaltimento di rifiuti è diventato più agevole ma soprattutto selezionato.
La difficoltà è però rimasta quando si tratta di rifiuti raccolti in modo indifferenziato; in questo caso le strade da seguire sono essenzialmente tre, anche se resteranno inevitabilmente dei rifiuti in discarica.
Nella fattispecie si parla di:
- Separazione e parziale recupero dei materiali, biostabilizzazione e conferimento in discarica tramite trattamento a freddo;
- Incenerimento e produzione di CDR, ossia trattamento a caldo;
- Conferimento dei rifiuti direttamente in discarica.
Qual è il procedimento più adatto
Esiste una piramide gerarchica per valutare le procedure di smaltimento dei rifiuti che è stata creata dall’EPA (Environmental Protection Agency).
Un presupposto è però doveroso: è impossibile stabilire un unico approccio che abbracci tutte le tipologie di rifiuti.
Di conseguenza, questa gerarchia è stata concepita in base alla logica di prediligere la riduzione del materiale che produce direttamente ciò che viene definito scarto, il suo riutilizzo e il suo riciclo.
A seguire c’è il recupero dell’energia utilizzando i termovalorizzatori, il trattamento dei rifiuti urbani e speciali.
Infine, il loro deposito in discarica dovrebbe riferirsi alla quantità minima di scarti.