Quando i genitori invecchiano, e le giornate iniziano a scorrere lentamente tra le mura domestiche, il tempo può trasformarsi in una sorta di gabbia invisibile: le ore si dilatano, le abitudini diventano ripetitive, la mente rischia di spegnersi lentamente; in questo contesto scegliere attività stimolanti e coinvolgenti può davvero fare la differenza per la vita di una persona che è avanti con l'età.

In molte città italiane si stanno affermando servizi che, oltre a supportare gli aspetti pratici dell’assistenza, valorizzano anche la dimensione umana e relazionale della quotidianità; un esempio è rappresentato dai percorsi di assistenza domiciliare per anziani a Genova, che uniscono competenze sanitarie e sociali, offrendo una compagnia attiva, in grado di arricchire le giornate degli anziani e restituire loro un senso di appartenenza, scambio e semplicità.

Certo non è facile per un caregiver prendersi cura di una persona anziana, magari prendendo spunto da servizi di assistenza professionali in maniera distaccata e razionale, quando spesso si tratta di un genitore o di uno zio, ma è anche di questo che ci dedicheremo nei seguenti paragrafi.

Il caregiver ha la responsabilità, da qualcuno facente parte di un nucleo famigliare, di non dimenticare che per curarsi davvero di una persona che è avanti con l'età nel miglior modo possibile serve ritagliarsi dei momenti di svago e di leggerezza, che smorzino la preoccupazione costante di avere la salute di una persona a carico.

Il valore delle piccole attività: tra memoria e creatività

Anche una semplice attività, se proposta con delicatezza e attenzione, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona anziana; la memoria, ad esempio, è un campo fertile: stimolarla attraverso racconti, album fotografici, vecchi oggetti da riscoprire, può aiutare l’anziano a sentirsi ancora protagonista della propria storia.

Sedersi accanto a lui, chiedergli com’era il quartiere cinquant’anni fa, lasciarlo raccontare della guerra o dei balli in piazza, è un modo per riattivare la mente ma anche il cuore.

La creatività, poi, non ha età: molte persone anziane, anche senza esperienza artistica, possono trovare un nuovo canale di espressione nel disegno, nella pittura o nella scrittura. Non si tratta di produrre opere da mostrare, ma di risvegliare un flusso di pensieri, di immagini, di emozioni che spesso restano sopiti sotto la coltre della routine.

Un esempio? Una signora di 82 anni, che non aveva mai preso in mano un pennello, ha scoperto nella pittura un modo per affrontare il lutto del marito: ogni giorno, per un’ora, dava forma ai suoi ricordi attraverso i colori; ed è riuscita, col tempo, a riempire la casa di significato nuovo.

La compagnia come medicina silenziosa

Non esistono attività efficaci senza qualcuno con cui condividerle. È la relazione, prima ancora del contenuto, a dare valore a ciò che si fa. Un gioco di carte, un cruciverba a due, una camminata lenta nel cortile: ogni occasione può trasformarsi in un momento di benessere se vissuta con presenza e calore.

Molti anziani non soffrono tanto per l’inattività, quanto per la solitudine: una solitudine che a volte è silenziosa, discreta, eppure corrosiva.

Proporre un passatempo, quindi, significa in realtà proporre un incontro. Il segreto è non forzare, ma invogliare con gentilezza: mettere sul tavolo una scatola di foto da ordinare insieme, oppure accendere una radio e iniziare a canticchiare una canzone degli anni '50, può innescare una reazione positiva senza bisogno di parole.

Anche i nipoti, se coinvolti, possono diventare strumenti preziosi per ravvivare l’interesse: bastano pochi minuti di condivisione – una lettura, un racconto, un disegno – per restituire all’anziano un ruolo attivo nella vita familiare.

Passatempo o stimolo? L’importanza della varietà

Per non trasformare il passatempo in un’ulteriore abitudine meccanica, è importante proporre attività diverse nel corso della settimana: la varietà stimola la mente, rompe i circuiti ripetitivi e offre all’anziano nuovi spunti per sentirsi coinvolto.

Alcuni giorni si può dedicare del tempo alla lettura di un capitolo di un romanzo, altri giorni alla cura delle piante sul balcone; ci può essere spazio per l’ascolto di un audiolibro, oppure per una telefonata a un vecchio amico, riscoprendo il piacere del dialogo.

Una pratica sempre più diffusa è la “radio domestica”: creare, con l’aiuto dei caregiver o dei familiari, un palinsesto settimanale con momenti dedicati alla musica, alle notizie, ai racconti registrati.

Questo sistema semplice ma efficace aiuta l’anziano a dare un ritmo alla giornata e a sentire meno il peso del tempo vuoto; anche attività motorie leggere, come la ginnastica dolce da seduti o i balli lenti, possono contribuire a ravvivare corpo e spirito, favorendo il buonumore e la vitalità.

Coltivare il tempo, non solo riempirlo

Rompere la monotonia non significa semplicemente “far passare il tempo”; significa piuttosto restituire dignità e senso al tempo che scorre, rendendolo fertile, leggero, condiviso. Per i nostri genitori anziani, che hanno dedicato la vita a costruire, educare, custodire, è un diritto – e insieme un bisogno profondo – sentirsi ancora parte del presente, non relegati ai margini.

Ogni passatempo può diventare occasione di incontro, ogni attività può aprire una porta sulla memoria, sulla bellezza, sull’attesa di qualcosa: con l’empatia, la fantasia e una presenza autentica, possiamo trasformare le giornate dei nostri cari in uno spazio di serenità viva, dove la noia non ha più il suo trono. Perché anche a novant’anni, la vita può sorprendere ancora.

Di Roberto Rinaldo

Trascorro il mio tempo nel mondo delle parole e vivo per la comprensione.