Ad oggi, data la pandemia che ancora fatica ad arrestarsi, viaggiare è una pratica molto complicata. In alcuni casi, è addirittura impossibile.
Chiaro è, che la voglia di pianificare sia tanta e che, molto probabilmente, tra qualche settimana sarà davvero possibile uscire dall’Italia in tranquillità e sicurezza.
L’Unità di Crisi della Farnesina continua ad aggiornare gli utenti postando quotidianamente resoconti sulla situazione globale nella sezione “Viaggiare Sicuri”.
Tutto il mondo è in forte trepidazione, in attesa delle prime riaperture del 2021.
Viaggiare in Europa, quando e come
Dal 26 aprile 2021 sono cambiate nuovamente le regole anti-COVID per quanto riguarda gli spostamenti in Italia. Ciò non significa, però, aver ottenuto anche un totale nulla osta per i viaggi in Europa e nel resto del mondo.
Infatti, dopo il 30 aprile 2021, sarà possibile spostarsi senza una reale motivazione per tutti i Paesi indicati nell’elenco C, relativo agli Stati dell’Unione Europea, più Austria, Irlanda del Nord, Regno Unito e Israele. Una volta rientrati in Italia, sarà necessario presentare un tampone molecolare o antigienico effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso nello Stivale. Questo varrà per chi abbia soggiornato per almeno 14 giorni in uno o più territori rientranti negli elenchi C, D ed E.
Sempre in Italia, vi è l’obbligo di compilare una autodichiarazione e l’obbligo di informare il dipartimento della ASL competente, riguardo il proprio rientro, ed effettuare il tampone, per poi trascorrere cinque giorni in quarantena.
I Paesi dell’elenco D: norme in vigore da metà aprile
Dal 19 aprile, è possibile raggiungere Australia, Nuova Zelanda, Corea, Ruanda, Singapore e Thailandia, cioè i Territori inclusi nell’elenco D, senza offrire una motivazione. Ovviamente, al ritorno dal viaggio, sarà necessario presentare test molecolare e antigienico effettuato 48 ore prima del rientro, con risultato negativo.
Attualmente, le limitazioni più stringenti sono nell’elenco E, di cui fa parte il Brasile. Secondo il sito Viaggiare Sicuri, della Farnesina, non sarà possibile visitare lo Stato per alcun motivo, senza eccezioni. Presto potrebbe rientrare in questo gruppo anche l’India. La nuova variante scoperta nel Paese asiatico rappresenta per lo Stato Italiano una grossa incognita che rischia di mandare all’aria mesi di sacrifici e chiusure. Per questo, presto potrebbero chiudersi i gate in direzione Nuova Delhi.
Si potrà tornare a viaggiare? Il green pass
L’emergenza coronavirus continua a limitare gli spostamenti sia all’interno dell’Italia, che all’estero. È importante, quindi, prendere molte precauzioni e considerando sempre la salute prima di qualunque altra necessità.
Il Green Pass, che sarà attivo ufficialmente dal primo giugno, è il sistema europeo che emetterà i Certificati validi in tutta L’Unione Europea, Italia inclusa. Ancora è in piedi qualche dubbio, che verrà sciolto e troverà risposta nei negoziati interistituzionali tra Parlamento e Consiglio. Una volta adottato questo nuovo certificato, il Green Pass rappresenterà un diritto per ogni cittadino dell’UE. I primi Paesi che parteciperanno alla fase di test, a partire dal 10 maggio, vedono presente anche l’Italia. Cinque territori, tra cui Belgio e Slovacchia, hanno deciso di non partecipare al test e di raggiungere gli altri al momento dell’attuazione.
Il Green Pass avrà una app, dotata di codice Qr, che permetterà di tenere nota dell’avventura vaccinazione e delle dosi, oppure della guarigione dal coronavirus avvenuta da almeno sei mesi, oppure l’esito negativo di un tampone.
Ogni Stato Membro avrà la facoltà di decidere i propri requisiti di accesso nel proprio territorio.
Il Certificato Verde Digitale rappresenterà un sistema sicuro e attento alla privacy degli utenti, in grado di offrire prove concrete sulla situazione clinica del possessore. Attraverso il codice QR, internazionale e senza limitazioni, sarà possibile muoversi tra i vari Stati dell’UE senza dover richiedere referti internazionali. Infatti, uno dei grandi limiti per i viaggiatori che hanno intrapreso l’avventura all’estero durante la pandemia era quello di ottenere dei referti di tamponi nella lingua di appartenenza del Paese da visitare o, in alternativa, in inglese. Finalmente, questo limite decade, rendendo più semplici i passaggi oltreconfine.