Negli ultimi mesi sempre più utenti decidono di passare, o quantomeno di provare, l’app per messaggistica istantanea di Telegram. Che WhatsApp stia perdendo il suo appeal? O forse le peculiarità di Telegram sono più interessanti? In ogni caso, ci sono ancora molte persone che non conosco le differenze tra le due applicazioni. Se fate parte di questa nutrita schiera, sarete felici di sapere che il tema che andremo ad affrontare è proprio questo: cosa cambia tra WhatsApp e Telegram e perché scegliere uno piuttosto che l’altro? Continuate a leggere per scoprire tutto quello che c’è da sapere sui due colossi della comunicazione digitale.
Le caratteristiche di WhatsApp e di Telegram
Non si può fare un vero e proprio confronto se prima non mettiamo in chiaro quali sono i punti forti dell’uno e dell’altro. Benché la maggior parte degli utenti preferisca WhatsApp, quando quest’ultimo sembra avere problemi di connessione, molti migrano dal concorrente. Insieme a queste eventualità, c’è anche chi usa Telegram in pianta stabile, preferendolo a prescindere a WhatsApp.
A un occhio poco esperto le due applicazioni di messaggistica instantanea non sembrano essere poi così diverse. Entrambe sono scaricabili e utilizzabili gratuitamente, senza alcun costo di abbonamento o senza alcun tipo di fastidiosa pubblicità da rimuovere. Entrambe hanno una rubrica, ed entrambe offrono la possibilità di creare gruppi e di mandare emoticon, gif e stickers vari. In più, entrambe (WhatsApp da meno tempo) permettono di scambiarsi non solo foto e video, ma anche documenti di altra natura (come file di testo o pdf, per citarne alcuni). Senza contare che entrambe vantano la possibilità di utilizzarle non solo su smartphone, ma anche su qualsiasi altro device, grazie alle versioni “desktop” e “web”. Quest’ultima caratteristica si rivela particolarmente utile a chi si trova a lavorare in smartworking.
Quali sono le differenze tra Telegram e WhatsApp?
Le vere differenze si trovano infatti sotto la superficie il più delle volte. Partiamo dalla privacy: su Telegram, al contrario di WhatsApp, è possibile creare delle chat segrete e criptate, alle quali accedere solo tramite password. In più, si può anche impostare un timer per l’autodistruzione dei messaggi, eliminando così ogni prova a tempo record e senza sforzo. Il timer si può infatti impostare per diversi lassi di tempo, che partono da un secondo dopo l’invio e arrivano alla settimana successiva all’invio. Certo, non è proprio confortante per chi non ha nulla da nascondere, ma per chi invece vuole custodire gelosamente ogni parola che si scambia con l’interlocutore, può fare la differenza. Alcune chat, poi, possono essere aperte solo utilizzando l’impronta digitale, un codice o il riconoscimento facciale. A questa feature si aggiunge la possibilità di bloccare la funzione “inoltra” relativamente ai messaggi scambiati nelle chat segrete. Sempre in ambito di privacy, WhatsApp dispone di crittografia end-to-end, al contrario di Telegram. Questo in realtà è abbastanza ininfluente di fronte a eventuali attacchi hacker ben studiati, ma intanto può dare l’idea di una qualche sicurezza in più.
Se anche voi odiate far sapere al mondo intero quando vi siete collegati l’ultima volta, su Telegram potete sia omettere il dettaglio che sostituirlo con un generico “ultimo accesso di recente”, che dice tutto e non dice niente.
I fan dei messaggi vocali lunghissimi apprezzano di Telegram la possibilità di riprodurli a velocità aumentata (2x), dimezzando i tempi di ascolto. Una caratteristica che inizialmente era appannaggio esclusivo di Telegram e che invece ora è stata estesa anche a WhatsApp è quella, come accennato, degli stickers. Nonostante ciò, Telegram vanta una collezione decisamente più nutrita.
Infine, WhatsApp è “solo” un’app di messaggistica, Telegram va oltre. Sono infatti presenti tantissimi canali in cui iscriversi, che trattano veramente ogni sorta di argomento. Nei canali gli iscritti possono essere anche decine di migliaia e offrono una grande varietà di contenuti che vanno dal cinema alla scienza, passando per giochi interattivi come Il Quizzone.