Aggressive, di carattere, originali. Le Air Jordan segnano un punto di rottura in quella che è la storia delle sneakers. Oggi le sneakers sono diventate scarpe cult, dando vita a una vera e propria mania nel nostro paese, con diversi acquisti online, basti pensare che alcuni modelli possono arrivare a toccare cifre stratosferiche. Ma se le Air Jordan hanno stupito per il loro aspetto, anche la loro storia è singolare e vale la pena conoscerla.
Nike Air Jordan, come sono nate
Michael Jordan è, senza dubbio, uno dei cestisti più forti di tutti i tempi, non è dificile capire perché sia stato secelto come super testimonial da un brand come la Nike. Nato il 17 febbraio del 1963 a New York, Jordan muove i suoi primi passi nel basket alla Emsley A. Laney School nel 1981. Nel 1982 vince il titolo NCAA, dando ufficialmente il via alla sua sfolgorante carriera. Selezionato dai Chicago Bulls nel 1984, in pochi anni diveneterà una leggenda.
In quei tempi la Nike era una piccola azienda, nonostante fosse attiva da 20 anni, ma che aveva già in mente di andare a conquistare il suo posto nel mercato che, all’epoca, era terreno per due soli grandi brand: Adidas e Converse. L’ambizione e la forte espansione della Nike incontrano l’ambizione del giovane cestista e, come spesso accade, l’incontro porta a grandi risultati, ma non corriamo troppo e andiamo per step.
La Nike, che vuole erodere fette di mercato ai due grandi brand che predominano la scena, ha bisogno di un testimonial forte, di un giocatore che non sia già noto al pubblico, ma che, al contempo, sia una rivelazione. L’idea di Jordan come testimonial nasce così, proprio per differenziarsi dalle campagne pubblicitarie dei competitors che, invece, puntano tutto sui giocatori ormai noti.
L’inizio della collaborazione non è esattamente un amore a prima vista. Jordan, come del resto moltissimi altri giocatori, indossava Converse fin dall’epoca del College, dal momento che il produttore offriva del denaro al coach Dean Smith (si parla di circa 10.000 di dollari) per farle calzare ai suoi atleti. Jordan però aveva un’altra ambizione: indossare le Adidas una volta divenuto professionista e giocato nell’NBA. Per la Nike si trattava di un’impresa titanica quella di portare dalla sua parte il giovane giocatore.
La scelta di Jordan
La stagione 1984-85 apre nuove oppotunità a Jordan e alla Nike. Dobbiamo pensare al periodo e comprenderne il contesto per capire come ha fatto a nascere un fenomeno di tale portata che oggi è un oggetto di culto. Negli anni ’80 la società è prettamente volta al consumo, si sviluppano diversi brand, in diversi settori e la competizione è alle stelle. Jordan poteva scegliere tra tre brand a cui fare da testimonial: Adidas, Converse e Nike.
Adidas sta vivendo un momento di transizione, in seguito a diverse acquisizioni, per cui non ha il tempo di stare dietro alle trattative per un giocatore che, sebbene prometta tantissimo, ancora non è la stella di punta dell’NBA. La Converse offre a Jordan un contratto uguale a quello che aveva offerto a tutti gli altri giocatori del campionato, ma la Nike aveva bisogno di emergere e non si sarebbe lsciata sfuggire quell’opportunità.
L’azienda, infatti, offre al giocatore ben 7 milioni di dollari per 5 anni, un contratto impressionante all’epoca. Ma come è facile immaginare, non si può solo ottenere, bisogna anche dare. La Nike “copre d’oro” Jordan, ma in cambio chiede diventi Rookie dell’anno, che diventi un All-Star o che segni, per lo meno, 20 punti a partita, come media, per i primi 3 anni, diversamente, Nike avrebbe sciolto il contratto con 2 anni di anticipo.
Se state pensando che Jordan si sia fiondato alla ricerca di una penna e abbia firmato subito, state sbagliando, il suo sogno, ricordate, erano le Adidas. Il giocatore ambizioso, e decisamente di carattere, va dall’Adidas col contratto in mano e chiede se possano fargli un’offerta che si avvicini a quella della Nike, in tal caso avrebbe firmato con loro. Nulla di fatto, nessuna controproposta, così Jordan firma con la Nike.
Le prime MJ
Le prime MJ fanno il loro ingresso sul campo nel 1985. Disegnate da Peter Moore, vengono messe in commercio nel 1985. Originali e decisamente innovative per quei tempi, non passano inosservate: collo alto, tomaia in pelle, un’estetica dirompente. La vera novità delle Air Jordan 1 si trova nell’intersuola dove è stata creata una sacca d’aria sotto al tallone che ammortizza l’impatto al suolo e aiuta a moderare la solecitazione degli arti.
Le Nike Jordan nere e rosse segnano una vera e propria rivoluzione, grazie anche all’imponente campagna mediatica. L’NBA, però, non accetta quella livrea che rompe gli schemi, e anche il regolamento, per cui proibisce a Jordan di utilizzarle nelle partite ufficiali, a meno che non venisse inserito dell’ulteriore bianco sulla tomaia.
Le scarpe non cambiano (almeno non in quel frangente) e Jordan non vi irnuncia, pagando 5000 dollari di penale per ogni partita. Mai operazione di marketing fu più azzeccata perché da quel momento finisce la storia e inizia il mito.