Festa della Repubblica

Per la maggior parte delle persone i giorni scritti in rosso sul calendario sono motivo di gioia e giubilo. In questi giorni, ovvero durante le feste nazionali, molti lavoratori hanno la possibilità di restare a casa e riposare. Se di alcune feste conosciamo alla perfezione il significato, non possiamo dire lo stesso di altre. La Festa della Repubblica per molti è una di queste. Dal momento che il 2 giugno si avvicina, vale la pena approfondirne il significato e scoprire cos’è successo il lontano 2 giugno 1946.

2 giugno: Festa della Repubblica

La festa del 2 giugno è una celebrazione istituita in memoria del referendum che si tenne proprio in quel giorno (e in quello successivo) nell’anno 1946. In questo referendum istituzionale il popolo italiano espresse il suo volere riguardo la forma di stato che intendevano adottare.

Da una parte c’era la possibilità di mantenere la monarchia, cui faceva capo il Re Umberto II di Savoia (che aveva sostenuto per vent’anni il fascismo appena caduto). Il voto per la monarchia era infatti rappresentato sulla scheda del referendum dallo stemma sabaudo. Dall’altra, l’instaurazione di una repubblica. Il simbolo scelto dai sostenitori della repubblica destò non poche polemiche, trattandosi dell’Italia turrita, un simbolo nazionale antichissimo.

Fu l’allora presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, ad annunciare la vittoria della repubblica. Lo scarto fu veramente minimo: 12 717 923 voti contro 10 719 284. Voti che, per la prima volta, comprendevano anche quelli delle donne.

Pochi giorni dopo il referendum la Corte di Cassazione rese nota la nascita della Repubblica Italiana, dopo più di 80 anni di monarchia. Re Umberto II lasciò di sua spontanea volontà il paese, ritirandosi in esilio in Portogallo. Ai suoi discendenti maschi fu proibito di rientrare in Italia, ma questa disposizione è venuta meno nel 2008.

I festeggiamenti per il 2 giugno

Il due giugno fu celebrato per la prima volta l’anno successivo, nel 1947, ma questo giorno venne dichiarato festa nazionale solo nel 1949. Dal 1948 in poi si è aggiunta una parata militare, spesso arricchita dallo spettacolo delle frecce tricolore dopo l’Inno di Mameli. Nel 2020 non si è tenuto alcun evento, a causa della pandemia mondiale da covid-19.

A partire dagli ultimi decenni, la cerimonia ufficiale consiste nell’alzabandiera solenne presso l’Altare della Patria, a Roma, e la deposizione, da parte del Presidente della Repubblica, di una corona di alloro al Milite Ignoto. A questa cerimonia presenziano le cariche più alte dello Stato Italiano.

L’Altare della Patria si trova a Roma, in Piazza Venezia. Fa parte del complesso del Vittoriano (o Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II), costruito a cavallo tra il 1885 e il 1935. Benché incompleto, fu aperto al pubblico in occasione del 50º anniversario dell’Unità d’Italia, nel 1911. Simbolicamente rappresenta il Risorgimento, ovvero tutto il percorso che ha portato l’Italia verso l’unità nazionale.

Al centro dell’edificio si trova il vero e proprio Altare della Patria Questo monumento in un primo momento rappresentava un’ara della dea Roma, successivamente identificato come sacello del Milite Ignoto, ovvero il luogo simbolico in cui si rende omaggio ai caduti di guerra italiani.

Il monumento ha un’ampia valenza simbolica rappresentando – grazie al richiamo della figura di Vittorio Emanuele II e alla realizzazione dell’Altare della Patria – un tempio laico dedicato metaforicamente all’Italia libera e unita e celebrante – in virtù della tumulazione del Milite – il sacrificio per la patria e per gli ideali connessi.
Prima del termine della cerimonia, il Presidente della Repubblica e il Comandante militare della Capitale, scortati dai Corazzieri, si spostano in via di San Gregorio. Qui passano in rassegna i reparti schierati e si dà inizio alla parata militare.

Celebrazioni simili per la Festa della Repubblica si tengono in quasi tutti i comuni d’Italia, in cui i Sindaci si recano presso i monumenti dedicati alla patria per rendere omaggio. Allo stesso modo, anche nelle ambasciate italiane all’estero.

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.