Fegato alla veneziana: ricetta e varianti

Tra i piatti che si possono mangiare a Venezia, c’è sicuramente il famoso fegato alla veneziana.

Questo piatto, nonostante il nome, è in realtà consumato e preparato in tutto il Veneto e, negli ultimi anni, ha oltrepassato i confini regionali e nazionali. Si tratta di un secondo piatto molto prelibato conosciuto ormai in tutto il mondo.

Una delle varianti alla tradizionale ricetta del fegato alle cipolle è quella alla sbrodega, che prevede un’aggiunta di brodo alla preparazione del piatto e qualche altro ingrediente durante i vari passaggi per completare il piatto.

Il fegato alla veneziana è un piatto dai origini molto antiche. In questo secondo si uniscono, alla perfezione, il gusto forte e deciso del fegato di vitello e la dolcezza tipica delle cipolle.

Le cipolle che andrebbero usate sono quelle bianche di Chioggia, località nei pressi del capoluogo veneto, ma quelle bianche che si trovano in tutta Italia vanno benissimo. Oltre al fegato di vitello e le cipolle sono pochi gli ingredienti che completano questa pietanza: prezzemolo, olio, brodo o burro (a seconda delle preferenze).

Le versioni, in questo momento, alternative alla ricetta originale sono, con il passare del tempo, aumentate a dismisura. C’è infatti chi usa la panna liquida, chi aggiunge il passato di pomodoro, chi il limone o l’aceto.

Il contorno tipico del fegato alla veneziana è la polenta. Anche in questo caso bisogna fare una doverosa precisazione, in quanto la polenta deve essere quella bianca, utilizzata in Veneto per tante altre preparazioni come il tonno e il baccalà.

Un altro contorno che si sposa molto bene è il purè di patate, in alternativa si può servire con dei crostini di pane.

Molto importante è la cottura delle cipolle che devono, in questo piatto, cuocere per molto tempo e lentamente. Solo in questo modo possono avere quel famoso aspetto cremoso che va, appunto, a contrastare il gusto leggermente amaro del fegato.

Il fegato va servito caldo con il suo contorno alla stessa temperatura, motivo per cui è un piatto tipico della stagione invernale. Può essere accompagnato da un vino rosso, magari che provenga sempre dal territorio veneto.

Da quello che avanzerà si può, eventualmente, preparare il paté per non sprecare nulla.

Tra le versioni più originali di questo piatto da parte degli chef, c’è il fegato alla Veneziana di Nicola Batavia, che lo propone con farina gialla e “destrutturato”: la ricetta è molto fedele alla tradizione con qualche tocco da chef. Viene servito in tre ciotole, così i commensali potranno assemblare come meglio preferiscono sapori e ingredienti.

Il fegato alla veneziana ricetta originale

La ricetta originale del fegato alla veneziana, una delle più fedeli alla tradizione. Pochi ingredienti, tantissima cipolla, cottura lenta e paziente fanno di questo un piatto della cucina veneta da assaggiare assolutamente. Si può gustare con polenta o puré, e accompagnare con vino rosso della zona. Gli avanzi non vanno buttati, ci puoi fare il paté di vitello. Puoi guarnire il piatto anche con crostini fritti nel burro.

Ingredienti

  • 600 gr fegato di vitello tagliato a fettine sottili
  • 500 gr cipolle bianche
  • 60 gr olio extravergine di oliva
  • 30 gr burro
  • qb brodo o sugo di carne
  • 1 manciata prezzemolo fresco
  • qb sale

Istruzioni

  1. Lava il prezzemolo, asciugalo delicatamente e tritalo
  2. Taglia le cipolle a fettine sottili.
  3. Metti sul fuoco un tegame e aggiungi olio e burro
  4. Quando i grassi soffriggono, aggiungi prezzemolo e cipolle, mescola, copri con il coperchio e fai cuocere a fuoco basso per circa un’ora
  5. Dopo un’ora circa aggiungi il fegato, alza la fiamma, mescola e unisci qualche cucchiaiata di brodo o sugo.
  6. Quando il fegato sarà cotto (circa 5 minuti), togli la pentola dal fuoco. Sistema di sale. Metti il fegato con le cipolle in un piatto aggiungi crostini e accompagna se vuoi con polenta o puré.

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.