pandemic fatigue

Convivere con la minaccia del Covid-19 è difficile per tutti. E adesso, a ormai un anno dalla sua scoperta in Italia, la stanchezza e lo stress si fanno sentire. Le persone sono stanche di indossare la mascherina, molti sono stufi di temere i contatti, tutti vogliono riavere un abbraccio affettuoso. Questa pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere in maniera radicale. Ciò che prima era bello e rassicurante, come un abbraccio, ora è pericoloso e deleterio. Questa situazione ha costretto tutti a fare cambiamenti. Non abbiamo avuto tempo per abituarci ad una nuova routine: essa è arrivata l’undici marzo 2020 e non se n’è più andata. Tutto ciò ha fatto sì che molti abbiamo iniziato a sentirsi demotivati e stanchi. Ma non si tratta di una stanchezza normale, bensì della “pandemic fatigue”. Che cos’è e come la si combatte? Andiamo a scoprirlo!

Che cos’è la pandemic fatigue?

La pandemic fatigue, nuova nemica dell’umanità, non è ancora definita come una vera malattia. Si tratta, infatti, della reazione naturale delle persone ad una situazione prolungata di incertezza e instabilità. Naturalmente, trattandosi di “pandemic fatigue” essa fa riferimento alle incertezze causate dalla pandemia che stiamo vivendo. Queste incertezze sono legate al nostro stato di salute, alla sicurezza dei nostri cari, alla precarietà del lavoro e all’instabilità dell’economia.

I sintomi di questa situazione non sono uguali per tutti, ma variano da persona a persona. Comunque, è importante ricordare che questa reazione non è da confondere con l’ansia post lockdown. In linea generale, i sintomi della pandemic fatigue sono:

  • demotivazione;
  • scarso appetito;
  • insonnia o eccessivo sonno;
  • irritabilità;
  • difficoltà nella gestione di situazioni prima abituali;
  • rassegnazione;
  • sfiducia;
  • sentimento di impotenza. 

Come combattere la pandemic fatigue: alcuni consigli utili

Sebbene pandemic fatigue sia una condizione nuova, ci sono diversi consigli per contrastarla. Combattere la pandemic fatigue fino a vincerla del tutto è possibile. Come? Seguendo questi semplici consigli:

  • Mantenere i contatti sociali. Rispettare il distanziamento non implica perdere i contatti con i nostri amici e parenti. Esistono, infatti, videocall e messaggi, che ci permettono di mantenere i rapporti sociali. L’abitudine di parlare con chi ci vuole bene, può renderci meno demotivati e permetterci di distrarci, nonché di sfogarci, quando ne abbiamo bisogno. In queste circostanze è bene non nascondere i propri sentimenti di stanchezza.
  • Sfruttare al meglio le circostanze. Una pandemia non è un buon momento per viaggiare, ma si può impiegare il tempo per fare dell’altro. Per esempio, potrebbe essere questa l’occasione per dedicarsi ai propri hobby casalinghi o per stare con la propria famiglia. In questi giorni trascorsi a casa, potremmo dedicarci ai nostri figli o imparare a suonare uno strumento.
  • Fare un programma. Con un buon programma, è più facile essere produttivi e non crogiolarsi nella stanchezza della pandemia. Quindi, prendiamo carta e penna e decidiamo cosa fare ogni giorno!

Perché è pericolosa la pandemic fatigue?

Occorre combattere la pandemic fatigue e non lasciarle mai la briglia sciolta. Per quale motivo? Soprattutto perché la pandemic fatigue è pericolosa. Alcuni potrebbero sottovalutarla, ritenendola solo una semplice stanchezza. Ma la situazione non è affatto così semplice. In realtà, la pandemic fatigue può comportare delle conseguenze precise sul nostro comportamento.

Questa stanchezza, questa fatica, potrebbe farci sentire sempre meno motivati ad applicare le norme anti-Covid. Con il tempo, potremmo sentirci sempre meno coinvolti nello svolgimento delle attività di prevenzione del Covid-19. Questo, a sua volta, potrebbe convincerci ad abbassare la guardia. Ma non è il momento per farlo! Il virus continua a circolare e ad uccidere. Stanche delle restrizione, potremmo prenderci troppe libertà e questo potrebbe mettere a rischio la nostra salute, oltre a quella degli altri.

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.