In Italia e nel resto del mondo questo materiale molto particolare è estremamente diffuso e in molti casi non viene neanche riconosciuto come tale dal grande pubblico.
Il polistirolo offre un ottimo compromesso tra duttilità, leggerezza e versatilità. Tecnicamente si chiamerebbe polistirene ed è formato da una catena di carbonio e idrogeno oltre che da aria.
Quali sono i tipi di polistirolo
Lo stirene che è il suo componente principale è trasparente e viene ricavato direttamente dal petrolio, anche se i metodi di produzione negli ultimi anni si stanno evolvendo per prendere direzioni più ecologiche.
In commercio si trovano tipicamente il polistirene espanso sinterizzato EPS, il polistirene espanso estruso XPS e polistirene antiurto HIPS. Moltissimi degli oggetti che ci circondano sono realizzati con questi tre materiali.
Quello più riconoscibile è l’EPS che viene utilizzato di solito per la produzione di imballaggi e in edilizia, per i cosiddetti sandwich isolanti che si usano nelle intercapedini dei muri e nei sottotetti.
Si tratta di un materiale rigido formato da un reticolo di carbonio idrogeno e aria e questo garantisce la sua leggerezza. Prima di subire un processo di espansione, si presenta come piccole perle trasparenti che vengono unite fra loro tramite un processo chiamato sinterizzazione. È una forma di saldatura in cui le sferette vengono esposte a vapore acqueo ad alta temperatura per formare i ben noti blocchi.
Infatti allo stato grezzo il polistirene è rigido incolore e piuttosto trasparente, ma tramite il processo di polimerizzazione si possono aggiungere anche additivi che lo rendono più resistente al fuoco.
Dopo aver subito i processi di polimerizzazione, il polistirene diventa brillante incolore e trasparente, con una granulometria che dipende dal tipo di applicazione.
A causa della sua rigidezza ha un suono metallico e presenta, a basse temperature, delle ottime caratteristiche dal punto di vista meccanico.
In commercio ovviamente si trovano versioni altamente ingegnerizzati di questo materiale, che variano nelle prestazioni a secondo degli utilizzi.
Usi del polistirolo
La sua struttura cellulare estremamente espansa dell’EPS, perché si tratta per il 98% di aria, gli consente di avere eccezionali prestazioni dal punto di vista dell’isolamento termico.
Il polistirene XPS, invece, si utilizza tipicamente in edilizia per i cappotti termici, ma presenta una resistenza meccanica superiore rispetto all’EPS e si trova comunemente come pannelli e moduli prefabbricati. In molti casi i pezzi sono già ricoperti di gesso per facilitare la presa agli intonaci.
Infine esiste il polistirene HIPS, non espanso, noto anche come antiurto. È un laminato plastico caratterizzato una grande compattezza e utilizzato comunemente per stoviglie, usa e getta e non, oltre che per tantissimi altri tipi di prodotto di uso comune.
Presenta eccezionali proprietà dal punto di vista dello stampaggio e dell’incollaggio e una resistenza alla luce solare che ne consente l’impiego anche in esterno.
Visto che l’esposizione agli ultravioletti non causa alcun danno in tempi brevi, il polistirolo è utilizzato nelle sue varie forme per creare fondali, elementi scenici per gli spettacoli, ma anche in architettura.
Attualmente è uno dei materiali più indicati per sostituire frontoni e altre parti troppo pesanti per essere realizzate in cemento.
Sicuro, antisettico e compatibile
Il polistirolo è assolutamente atossico, non viene attaccato da agenti atmosferici, funghi e batteri e resiste molto all’umidità, tant’è che viene utilizzato anche per isolamenti e impermeabilizzazioni, con un’alta capacità di traspirazione. Una serie di caratteristiche che lo rendono utile anche nel campo del fai da te.
Inoltre si ricicla con estrema facilità e può essere tranquillamente tagliato anche con strumenti a caldo senza emissione di sostanze tossiche, perché anche la temperatura il polistirolo si riduce semplicemente in anidride carbonica e acqua.