L’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, ha influito non solo su quella che è la quotidianità delle persone, ma anche da un punto di vista artistico ed architettonico, le influenza non hanno tardato a manifestarsi.

In particolare, soprattutto designer, architetti ed elettricisti sono alla prese con nuove strategie da applicare nel settore urbano, nel campo edilizio ed elettrico con l’adozione di nuove soluzioni che prevedono l’utilizzo di cavi elettrici che non si deteriorano col tempo.

Del resto, anche nelle precedenti pandemie molte cose sono state letteralmente modificate: ad esempio, con il colera, era stato imposto di introdurre delle reti fognarie, in questo modo le strade divennero dritte e molto più larghe e il risultato conseguito fu quello di ridurre il sovraffollamento.

Con la diffusione invece della tubercolosi, l’aspetto estetico delle case cambiò; gli ambienti diventarono molto più luminosi e il colore bianco diventò predominante in ogni luogo conferendo un aspetto sanatorio.

Una scelta dettata dai timori per tubercolosi o altre malattie simili.

Per quanto riguarda invece il post-covid, quali sono le grandi sfide che designer e architetti stanno mettendo in atto?

Sicuramente il distanziamento rappresenterà il primo fattore da dover considerare.

Secondo alcuni esperti è molto probabile che negli anni a seguire per legge verrà imposta un’area minima per persona negli ambienti chiusi.

Alcuni sono concordi che anche i grattacieli con il tempo tenderanno a scomparire gradualmente perché diventeranno meno efficienti così come le aree sovraffollate open space.

Molti sono al lavoro per eliminare qualsiasi interazione fisica, attraverso la progettazione di app attraverso le quali si potrà controllare mediante lo smartphone:

  • ascensori,
  • macchine del caffè,
  • illuminazione,
  • aria condizionata.

Un altro grande tema sarà quello di rielaborare la struttura della città per evitare il rischio contagio.

Infatti, alcune grandi città ormai evolute hanno risposto molto bene alla pandemia, più di quanto previsto, e partendo proprio dal modello di smart city che molti stanno già lavorando al riguardo per applicare la stessa tecnologia ad altri centri urbani.

L’architettura della città post Coronavirus

Purtroppo, l’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio ogni genere di settore anche quello turistico.

Per ovviare a questa situazione molti comuni stanno pensando di installare nei luoghi pubblici elementi di segregazione sociale, come i divisori in spiaggia.

Per quanto riguarda gli alberghi, dovranno trovare delle soluzioni temporanee, mentre un cambiamento radicale si potrebbe manifestare per gli appartamenti in affitto turistico nei grandi centri urbani.

Alcuni materiali che erano stati utilizzati nel passato stanno nuovamente ritornando in voga come il bronzo e il rame, questo perché, il tempo di permanenza del virus è molto più ridotto rispetto agli altri materiali che fino ad oggi sono stati largamente impiegati.

Case migliori post Coronavirus

Da quanto si apprende, anche l’edilizia abitativa nel corso del tempo potrebbe cambiare dando spazio ad ambienti molto più ampi e dunque, più confortevoli.

Le città post coronavirus potrebbero diventare più verticali, con più alberi, parchi e luoghi dove praticare attività fisica.

Molti non hanno dubbi, le città dopo la pandemia, diventeranno molto più forti e gradualmente anche la qualità di vita delle persone migliorerà.

 

Di Valentina Terrani

Sono una scrittrice da quando ero nel grembo materno. Mi piace capire la vita, la cultura e la narrativa. Vedo la vita come un'opera d'arte in corso, a cui cerco di dare il mio piccolo contributo.